Nuovi test condotti su alcuni campioni di carne di pollo mettono in luce un dato allarmante: contaminazione da salmonella.
Un recente monitoraggio sulla carne di pollo venduta nei supermercati francesi ha rivelato dati preoccupanti: il 49% dei campioni esaminati è risultato positivo a batteri pericolosi come Salmonella, Campylobacter e Clostridioides difficile.

Sebbene si sia registrato un lieve calo rispetto agli anni precedenti, la presenza di agenti patogeni rimane un rischio concreto per la salute dei consumatori.
E in Italia la situazione appare ancora più critica, con numerose analisi che confermano la diffusione della contaminazione.
Contaminazione della carne di pollo: cosa dicono i test?
Lo studio condotto in Francia dalla Direzione Generale per l’Alimentazione ha preso in esame 2.435 campioni di carne di pollo fresca, suddivisi tra cosce e cotolette, sia con pelle che senza.
I risultati hanno evidenziato la presenza di batteri nocivi in quasi la metà dei campioni analizzati.
- Salmonella: 0,9% di contaminazione
- Campylobacter: 49,2% di contaminazione
- Clostridioides difficile: 0,9% di contaminazione

Le carni con la pelle hanno mostrato livelli più alti di contaminazione rispetto a quelle prive di pelle. Inoltre, la diffusione del batterio Campylobacter sembra seguire un andamento stagionale, con tassi più bassi nei mesi invernali rispetto al resto dell’anno.
Carne contaminata: quali sono le normative europee sulla sicurezza alimentare?
L’Unione Europea impone regolamenti specifici per la presenza di due varianti di Salmonella nella carne di pollo fresca: Typhimurium ed Enteritidis, considerate le più pericolose per l’uomo.
Attualmente però non esistono limiti normativi per Campylobacter e Clostridioides difficile.

Dal 2025 entrerà in vigore un nuovo criterio igienico per Campylobacter: su 50 campioni analizzati, non più di 10 potranno superare la soglia di 1.000 CFU/g (unità formanti colonia per grammo).
Nonostante questo limite, le analisi hanno rilevato che alcuni campioni arrivano a concentrazioni superiori a 10.000 CFU/g, un dato allarmante per la sicurezza alimentare.
Contaminazione di carne in Italia: dati ancora più preoccupanti
Se in Francia si è registrata una lieve riduzione della contaminazione, i dati italiani mostrano uno scenario ancora più critico.
Una ricerca condotta da Il Salvagente su 24 campioni di carne di pollo fresca venduti nei supermercati e discount italiani ha evidenziato la presenza di Salmonella nel 30% dei campioni analizzati.
In particolare, è stata rilevata Salmonella Infantis, un ceppo noto per la sua resistenza agli antibiotici. Tra i marchi risultati positivi alla contaminazione figurano brand noti sul mercato italiano, tra cui Conad, Aia, Coop, Esselunga, In’s e Carrefour.
Come proteggersi dal rischio di infezioni da contaminazione della carne
Per evitare il rischio di infezioni da Salmonella o altri batteri presenti nella carne di pollo, è fondamentale adottare alcune precauzioni:
- Cuocere sempre bene il pollo, poiché il calore elimina i patogeni.
- Preferire carne proveniente da filiere controllate e allevamenti con elevati standard di sicurezza.
- Evitare contaminazioni incrociate in cucina, utilizzando taglieri e utensili separati per la carne cruda e altri alimenti.
Nonostante il pericolo sia noto, la normativa italiana non prevede il ritiro automatico della carne contaminata da Salmonella Infantis.
L’unico obbligo per i produttori è inserire in etichetta l’indicazione “da consumarsi previa cottura”, una misura che molti esperti ritengono insufficiente per garantire la sicurezza dei consumatori.