Diete: non tutte funzionano, e soprattutto non tutte sono uguali. Uno studio condotto dagli scienziati dell’Harvard Medical School ha permesso di individuare cinque principi chiave
Che le diete non fossero tutte uguali, ciascuno di noi ha avuto modo di testarlo sulla propria pelle. E anche il fatto che non bastino mirati ed efficaci esercizi per sfoggiare un addome di marmo, se non si presta attenzione a quel che arriva ogni giorno sulle nostre tavole.
Ora, però, la risposta ufficiale ai quesiti che riguardano il tema dell’alimentazione arriva direttamente dagli scienziati dell’Harvard Medical School. I quali, grazie a studi condotti su migliaia di persone, sono giunti a elaborare cinque principi fondamentali in materia.
Le ricerche, in modo particolare, hanno riguardato persone provenienti da Paesi diversi, e dunque con abitudini alimentari diverse. Registrando ogni minimo aspetto della loro routine alimentare, gli scienziati hanno individuato cinque principi associati a una maggiore longevità, e anche a un minor rischio di sviluppare malattie croniche.
I primi due principi cardine di una dieta che voglia dirsi sana, spiegano i ricercatori, concernono proteine e alimenti vegetali. Quanto alle prime, gli studiosi tengono a precisare: “Chi limita la quantità di carne avrà rischi minori a livello di malattie croniche“.
Le proteine ottimali per garantirsi una maggiore longevità e una migliore salute, dunque, sono quelle contenute in: cibi a base di soia, lenticchie, fagioli, semi e frutti di mare. In ultimo, aggiungono i ricercatori, le proteine sono fondamentali in materia di attività fisica: “Permettono di rimanere sani, forti e di preservare tono muscolare“.
Quanto agli alimenti vegetali, lo studio insiste sulla necessità di consumare alimenti di tale origine proprio per la grande quantità di vitamine, minerali e fibre contenuta all’interno di essi. I composti fitochimici di cui sono ricchi gli alimenti vegetali, spiegano, sono “benefici per la salute e svolgono un’attività antiossidante, antinfiammatoria e persino antitumorale“.
Il terzo principio si focalizza sulla quantità massima di grassi saturi e di zuccheri che ciascuna persona dovrebbe accertarsi di assumere. I primi, nella fattispecie, dovrebbero rappresentare meno del 10% delle calorie ingerite durante il giorno. Un principio, spiegano gli studiosi, che si può far valere anche per gli zuccheri.
Quanto ai cibi processati, era stato uno studio del 2019, condotto dal National Institutes of Health, a evidenziare come una dieta ricca di cibi processati “procurasse aumento di peso e cambiamenti malsani nel colesterolo e nella glicemia“.
A questa categoria di alimenti, gli esperti consigliano di preferire cibi integrali, o comunque minimamente lavorati. Qualche esempio? Yogurt bianco, tonno in scatola, formaggi freschi. “La lavorazione – questa la spiegazione degli esperti – tende a eliminare i nutrienti, aggiungendo grassi, zuccheri e sodio extra”.
Come ultima regola da seguire, i ricercatori che hanno condotto lo studio pongono la questione della varietà. Scegliere cibi vari, differenziando le fonti da cui ricaviamo macro e micronutrienti, sarebbe l’opzione migliore per un regime alimentare sano e sostenibile.
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